Riflessioni sullo sviluppo personale ed aziendale nell’era post COVID19.

Quando mi è stato chiesto di scrivere quest’articolo mi trovavo in agenzia, nel nostro ufficio di Udine. Vi chiederete cosa c’è di tanto importante o differente, nulla, se non fosse che stavo tenendo una docenza di Marketing Esperienziale tramite zoom attraverso la piattaforma School+ di EnAIP FVG

Una ventina di persone, me compreso, che da ormai 40 giorni si danno appuntamento tre volte a settimana per seguire le lezioni in modalità FAD. Ecco allora che le stesse venti persone entrano in connessione tra loro in modo del tutto nuovo, non solo condividendo lo schermo, documenti o i video, ma svelando aspetti molto più personali e se vogliamo intimi, come ad esempio il proprio ambiente domestico, le proprie storie.

L’habitat tecnologico e l’ambiente della classe virtuale diventano così un patchwork incredibilmente forte e unico, dove specchiarsi, dissimulare e confrontarsi.

Formazione Smart online

Dal punto di vista della comunicazione visiva e del linguaggio (non solo verbale) la trovo una sperimentazione affascinante. Nata come sappiamo da una circostanza forzata come quella del lockdown, questa modalità di apprendimento smart racconta molto sulle nostre capacità antropiche di adattamento. Soprattutto descrive quelle che sono le evoluzioni del mercato e le nuove esigenze aziendali.

Si dice spesso che il contesto economico è in “continua evoluzione”. Nella retorica del cambiamento è una delle frasi più gettonate, tuttavia per quanto stereotipata, dobbiamo ammettere che c’è un fondo di limpida verità. 

Digitalizzazione come “nuova normalità”

Mentre per alcuni il tema della digitalizzazione è ancora fermo al dibattito valutativo, ci si è trovati di colpo proiettati nella “nuova normalità”. Quelle che sembravano solamente prospettive possibili sono divenute necessità imprescindibili. 

Non posso affrontare tematiche legate all’importanza della formazione dal punto di vista pedagogico o scientifico, ma posso affermare che la formazione aziendale in marketing e comunicazione digitale oggi più che mai sia divenuta un fondamento strategico per le aziende, pubbliche o private che siano.

Competenze digitali e comunicazione

Per prima cosa le competenze digitali dei dipendenti e dei collaboratori non possono più essere considerate delle skills decorative di un CV, ma appunto qualcosa di imprescindibile, a tutti i livelli dell’organigramma, dall’ufficio del personale agli account. Bisogna certamente dotarsi di strumenti dedicati, ma prima ancora occorre cambiare il paradigma su cui si basa la stessa comunicazione e collaborazione in azienda, andando oltre i limiti di spazio e di tempo.

La comunicazione interna dell’azienda deve avvenire in modo fluido e coordinato, evitando quei fuori sincrono informativi che impediscono l’incontro di più risorse provenienti da luoghi e tempi diversi. La comunicazione deve supportare processi di co-creazione di nuova conoscenza. La comunicazione diventa generativa quando è concretamente a supporto dei processi di creatività e innovazione. 

La formazione in questo ha un ruolo determinante. Formare il lavoratore/professionista di oggi vuol dire misurarsi con la complessità e l’incertezza che caratterizzano sempre di più anche il più semplice dei compiti lavorativi. La capacità di leggere la complessità e di accettare l’incertezza ci salverà dallo strapotere delle macchine, ma senza un buon livello di possesso ed esercizio quotidiano delle competenze digitali tutto ciò può diventare, non solo difficile, ma di fatto impossibile.  

Noi Art Director quando ci riuniamo segretamente nei nostri circoli esclusivi nello Yorkshire, nella pausa tra una battuta di caccia alla volpe e l’altra, dibattiamo spesso su come sia urgente “educare i clienti”, riguardo le meraviglie che la tecnica del “nuovo mondo” ci sta regalando. 

Ironia a parte, è evidente che dovremmo cominciare prima da noi stessi. 
La percezione autovalutativa del proprio grado di sviluppo personale e professionale conferma spesso questa necessità.  

Necessità di formazione “organica” in azienda

In un piano di sviluppo aziendale che si rispetti, l’aspetto formativo deve diventare “organico” al pari di quelle che sono tutte le attività di comunicazione e marketing rivolte ai risultati a medio e lungo termine. Conoscere le dinamiche su cui si costruisce una campagna di comunicazione integrata e su come si individuano gli strumenti più idonei sulla base degli obiettivi preposti non può più riguardare solamente il reparto marketing di un’azienda. 

In questo scenario ovviamente si possono attivare diverse risorse, come realizzare dei focus group interni all’azienda in cui valutare le esigenze formative del personale, un mix di blended learning composta da momenti formativi in presenza con apprendimenti a distanza, più o meno assistiti da un esperto, o meglio ancora realizzare delle “brand Academy” sulle nuove tecniche o i nuovi strumenti di marketing digitale. 

Ma alla base di tutto ciò, sta la necessità di creare una comunità di apprendimento continuo in azienda, un ecosistema che favorisca creatività e generazione di nuova conoscenza. Non basta più pianificare separati momenti di formazione, bisogna invece che l’ambiente e le pratiche di lavoro siano esse stesse formative. Per questi motivi, e sulla base della condivisione dello stesso approccio, ho iniziato a collaborare con Andrea-Massimo Valcher e The Harbor (Holding di cui fa parte anche MOLO17) per cercare di implementare le metodologie e le interazioni tra i mondi della comunicazione, della formazione e dello sviluppo aziendale.

Ovviamente qui si apre un altro dibattito su come scegliere e selezionare il centro di formazione o la consulenza più adatta all’azienda. Nello specifico credo che come per la scelta di un’agenzia, non siano solo i titoli professionali a pesare quanto più il portfolio e la capacità di saper disegnare e coordinare dei percorsi didattici (o nel mio caso delle strategie di comunicazione) realmente personalizzati. 

Formazione e comunicazione aziendale

Un ultimo spunto di riflessione, ripensando alla mia classe, riguarda la possibilità di tradurre questi momenti di formazione in contenuti divulgativi che abbiano un impatto nel mondo reale. Ricordiamoci che il pubblico digitale vive nel mondo reale.

Si possono pensare delle azioni “ibride” che in certi versi riescano a tradurre le necessità di cui abbiamo discusso in vere campagne di branding. Un’azienda dovrebbe saper sfruttare questi momenti per rilasciare sui propri canali dei contenuti digitali in grado di intercettare dei nuovi segmenti o leads, o più genericamente accrescere la consapevolezza di marca attraverso contenuti anche educativi e divulgativi. 

Non scopriamo oggi infotainment, e quanto è possibile fare con la commistione dei generi. L’ibridazione è di fatto la chiave della nuova normalità, nella comunicazione come credo nella formazione.

Cristiano Perricone



Cristiano Perricone
Founder & Art Director BrodoStudio