La curiosità è il motore che ha spinto verso il successo Matteo Sist, Mobile Tech Lead e specialista Couchbase di MOLO17.

Le origini

Classe ’91, Matteo è tra i primi a far parte del team ed è anche l’amministratore della società MobileBridge.

Dopo il liceo scientifico, Matteo decide di provare ad iscriversi alla facoltà di informatica all’Università di Udine. Dopo un periodo, decide che quella però non è la strada che vuole intraprendere per la sua carriera, troppa teoria e poca pratica per diventare un professionista dello sviluppo mobile.

La svolta

Per fortuna, dalla mia ragazza, ho saputo delle giornate di Punto di Incontro delle scuole alla Fiera di Pordenone, dove c’era anche una scuola per programmatori e sviluppatori di applicazioni mobile.
Tra gli stand, ho trovato invece il banchetto dell’ ITSKennedy e avevano un programma del corso biennale TSAIM (Tecnico superiore per le applicazioni integrate su dispositivi mobili). Leggendolo, mi sono detto: “Cavolo, fanno proprio quello che mi aspettavo facessero all’università!”.

Corso TSAIM all’ITS Kennedy

Dopo essersi informato un attimo, durante la fine dell’anno del 2013, con un po’ di ritardo, Matteo si iscrive e inizia il corso all’ITS Kennedy.

Il corso era improntato sulla pratica, essendo fatto e pensato per preparare gli studenti al lavoro. I docenti erano professionisti, non professori di ruolo ma sviluppatori, quindi quello che ti insegnavano era effettivamente quello che poi ho fatto in azienda. Durante questi due anni ho anche conosciuto Damiano Giusti, che ho poi ritrovato, qualche tempo dopo, in MOLO17.

Gli stage

Il corso prevedeva due stage: il primo l’ho fatto in un’azienda di Polcenigo, anche il secondo pensavo di svolgerlo lì, ma non è stato possibile. Ho fatto due colloqui con altre aziende, ma sono stati deludenti e non mi sono trovato bene.

Una sera però è arrivata la rivelazione:

Con un mio caro amico una sera sono andato ad un pub a Pordenone. Entriamo e lui inizia a parlare con una persona, io ero in disparte. Ad un certo punto mi dice: “Vieni che ti presento una persona. Sai Daniele, quello che ha aperto la sua azienda che fa applicazioni mobile…”.
Insomma, mi ha presentato Daniele Angeli. Guarda caso è venuto fuori che io cercavo un’azienda dove poter svolgere lo stage e lui cercava un collaboratore per la parte Android.

Dopo quella sera Matteo e Daniele si scambiano i contatti e, si può dire, da quel momento non si sono più lasciati. Matteo intanto svolge lo stage all’AD Solutions, che si è appena trasferita nel 2014 a Zoppola e viene poi assunto.

Settore Mobile

Perché ti sei specializzato in questo ambito?

All’epoca gli smartphone mi ispiravano, sembravano qualcosa di nuovo, erano una novità cinque – sei anni fa. Ora li hanno tutti, ma allora no. Essendo una cosa informatica, nuova, con un buon sviluppo in futuro, ho deciso per questo ambito. Mi sono indirizzato verso l’Android perché l’ITS faceva principalmente corsi Android, iOS in modo solo marginale. Di quest’ultimo quello che ho imparato l’ho appreso con Daniele, che mi ha fatto da tutor per tutta la parte di programmazione iOS.

Couchbase

Sono stato il primo, assieme a Daniele, a conoscere ed approfondire Couchbase. Couchbase è un database che ha un motore di sincronizzazione unico nel suo genere tra mobile e backend. 
Abbiamo fatto un’applicazione mobile, una to do list, che permettesse di sincronizzare i dati tra un Android e un iPhone. Ai tempi era una cosa davvero incredibile, nessuno ce l’aveva!

App Connection

Grazie a Couchbase, si aprono una marea di possibilità di utilizzo e iniziano le prime sperimentazioni sul campo. La prima tra tutte, una di quelle con più di successo, è l’applicazione creata per Connection, uno tra i primi clienti di MOLO17.

La suite MobileBridge

Grazie a questo progetto nasce una nuova idea, stella nascente di quello che sarà un nuovo inizio.

Dalle sperimentazioni, ho avuto un’intuizione per risolvere questo problema: ho un database che mi sincronizza tutti i dati tra i dispositivi mobile, i miei dati però non sono su Couchbase, sono su un SQL server, un database del gestionale. Come dunque portare i dati dal gestionale su Couchbase, facendoli comunicare tra loro? Da qui è nata l’idea di MobileBridge. MobileBridge è un motore di sincronizzazione che fa comunicare due database, completamente diversi tra loro; prende i dati da un database, li converte e li riscrive per l’altro database.

Leads Collector

Da Couchbase quindi sono nati due grandi progetti: uno è MobileBridge, un applicativo lato server, il secondo è Leads Collector, progetto interno del 2015, che è stato pubblicato e poi venduto a livello internazionale.

L’arrivo “ufficiale” di Matteo Sist in MOLO17

Intanto è nata, a fine 2015, MOLO17 e Matteo Sist partecipa anche al progetto Dubai. Quasi tutta l’azienda si concentra in questo progetto, che lo vede tra i protagonisti principali.

In seguito Matteo e il suo team hanno lavorato e stanno lavorando sul progetto di un grossissimo gruppo bancario europeo.

Abbiamo sviluppato una corporate chat per i dipendenti per comunicare tra loro: al progetto poi si è aggiunto lo sviluppo di un CRM che abbiamo portato sul mobile, utile per consultare i dati anche al di fuori della sede di lavoro, in mobilità.

MobileBridge Srl e Matteo Sist

Logo MobileBridge
Logo MobileBridge

Nel 2018 nasce la società di MobileBridge. Come? Matteo lo racconta così:

Circa un anno e mezzo fa, uscendo a cena, Daniele mi ha proposto di prendere l’applicazione di MobileBridge, sviluppata insieme, e fondare un’azienda, diventando suo socio. Io ero sorpreso, è stata una proposta che non si vede tutti i giorni, e ho accettato. Per me era un orgoglio che il mio titolare mi dicesse, comunque dopo aver creato e sviluppato un prodotto assieme, di farne una società.

Dopo qualche mese, Matteo Sist diventa l’amministratore delegato della neo-nata MobileBridge Srl. Oggi la società si sta evolvendo: è un’azienda di prodotti, non più solo un’app.

Dall’idea del progetto di stage e le esigenze operative è nato un prodotto che poi si è evoluto in progetto di sviluppo, come prodotto di suite della società, che porta lo stesso nome dell’applicazione.

Matteo Sist: oggi Tech Lead Mobile in MOLO17

Che ruolo hai assunto oggi in MOLO17?

Sono Tech Lead Mobile in MOLO17, ho iniziato come sviluppatore Android, sono cresciuto come figura di riferimento per tutto il team di sviluppo, per la gestione e scelte da adottare. Sono la persona che si occupa del mondo Mobile dell’azienda, anche perché ho le competenze in entrambe le piattaforme Android e iOS. La mia figura è chiave in azienda, è una bella posizione perché mi dà la possibilità di poter svolgere ricerca e sviluppo e sperimentare, ma dall’altra parte è una bella responsabilità.

La scommessa su Kotlin

Un esempio fra tutti è la scommessa sull’adozione del neonato linguaggio Kotlin: io e Damiano Giusti abbiamo deciso di seguire un corso Kotlin in azienda tenuto da uno dei massimi esponenti al tempo residente in Francia. Allora vedevo già una grande potenzialità ed usabilità di questa tecnologia. Mi è piaciuto fin da subito il linguaggio, ho visto qualcosa di nuovo e diverso da Java. Lo ammetto, è stato un azzardo, una scommessa che è stata largamente ripagata però, perché ora usiamo Kotlin ovunque. Ci ha permesso di compiere un salto di qualità, anche per le performance.

Oltre MOLO17

Matte Sist è curioso, molto curioso.

La curiosità mi ha dato la possibilità di essere dove sono. Sono paziente, anche se non sembra. Sono anche riservato, forse schivo. Mi definirei il classico motociclista solitario.

Matteo Sist, in realtà, non ha due, ma ben tre passioni. Una, molto divertente, sono i dinosauri. Basti pensare che, come immagine di profilo di tutti i suoi account, da anni, ha un avatar di un T-Rex verde stilizzato.

T-Rex, l'avatar di Matteo Sist
T-Rex

È il mio avatar storico, ci sono affezionato. Da piccolo, e anche tuttora, i dinosauri sono una mia grande passione, come per tutti i bambini. Trovami un bambino che non è innamorato dei dinosauri.

Moto e motori, le passioni di Matteo Sist

L’altra passione, oltre la tecnologia, sono i motori. Gli occhi gli brillano solo a nominare la parola moto.

La passione mi è stata trasmessa da mio papà, da bambino guardavo le gare della F1 assieme a lui. Da piccolo sei affascinato dai motori, poi, quando diventi più grande il fascino diventa passione.

La prima – Fantic Caballero 50cc del 1972

Fantic Caballero 50cc del 1972

È iniziato tutto con la moto di mio papà, avevamo e abbiamo a casa un vecchio Caballero del ’72, è la sua moto da quando aveva 14 anni.

La seconda – Husqvarna SM 125 del 2007

Arrivati i 16 anni, ho avuto la fortuna grazie ai miei genitori, di avere una moto più seria, una 125. Ho preso la patente prima che potevo: compio gli anni a gennaio, un mese dopo ce l’avevo in tasca.
Avere una moto è stata una liberazione, averla mi dava l’indipendenza, mi sentivo libero.

La terza – Aprilia Shiver 750 del 2009

A 18 anni Matteo prende la patente A2, sempre grazie ai suoi genitori, e acquista una Aprilia.

La quarta – Yamaha WRF 250 del 2004

Il mio sogno è sempre stato quello di fare il pilota, ma ovviamente c’è lo 0,5% delle probabilità di diventarlo sul serio.

La moto dei sogni – Aprilia Tuono V4 Factory del 2018

Purtroppo, con i mille impegni, Matteo Sist usa poco la moto oggi, o almeno non quanto vorrebbe. Se fosse per lui, mi confessa, che sarebbe sempre in moto.
Ora ne ha anche una nuova di zecca che lo attende:

Mi sono detto ora o mai più e mi sono comprato la moto dei miei sogni: una Aprilia Tuono V4 Factory del 2018. Quella che quando ero alle superiori mi potevo solo sognare, che ho desiderato tanto. Alla fine ho realizzato il mio sogno dell’adolescenza. 

Matteo Sist tra cinque anni

E tra 5 anni quindi come ti vedi?

Non lo so. L’idea che ho è che quando metterò famiglia voglio vendere la moto, perché oggettivamente è un pericolo. Magari tra cinque avrò una casa tutta mia, ora sono in affitto, un appartamento non fa per me. Non si sa mai, magari avrò un figlio.

A livello lavorativo vorrei continuare a crescere, sia a livello di esperienza, sia di ruolo, per quanto riguarda MOLO17. Per quanto riguarda MobileBridge, mi piacerebbe fosse come MOLO17 oggi, dopo quasi 5 anni. Tra cinque anni MOLO17 magari avrà 100 dipendenti, mentre MobileBridge ne avrà 20. Potrebbe essere un buon augurio.

Conclusione

Per terminare, Matteo rivolge un grazie particolare a queste persone importanti:

Ringrazio la mia famiglia perché mi ha fatto diventare quello che sono, mi ha dato dei valori che per me sono fondamentali. Grazie a Romina, la mia ragazza, il mio braccio destro, anzi la mia metà, che mi ha sempre sostenuto e supportato in tutti questi anni. Ringrazio anche Daniele, grazie a quell’incontro casuale al Metrò che mi ha aperto questa opportunità lavorativa.
Oggi sono soddisfatto del ruolo professionale che ricopro, faccio quello che mi piace. Poi vado anche a lavoro in moto, quando non piove. Meglio di così!

Matteo Sist e Daniele Angeli, anno 2019 - Premiazioni concorso interno MOLO17 Knowledge Route
2019 – Premiazioni concorso interno MOLO17 Knowledge Route

Grazie per l’ironia Matteo 🙂

Al prossimo articolo di Human Code. Chi sarà il settimo marinaio di MOLO17 ad essere intervistato?

Per leggere la serie clicca qui.

A presto